Sulla “via del guerriero”.

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 “Una volta ti ho detto che il nostro destino di uomini è imparare, per il bene o per il male”.

Mi ricollego al post precedente, al tema della “via del guerriero”. Penso sia una cosa molto importante, nonostante possa sembrare una cosa un po’ bizzarra e anacronistica. Ne parlo dal mio punto di vista e in base alle mie esperienze, ma immagino di non essere un caso poi così unico.

Per me il punto di partenza è stato la consapevolezza di un disagio, la percezione dolorosa dei propri limiti. Grande presunzione, grandi mete, e contemporaneamente scarsa volontà e disponibilità a impegnarsi sul serio per raggiungerle. Fretta.

L’aikido è stata forse la prima disciplina in cui ho trovato stimoli per persistere nel mio intento di imparare e, pian piano, cambiare. Ciò che mi ha colpito fin dall’inizio è stato il contegno e l’atteggiamento che contraddistinguono i praticanti di questa “arte marziale” (non tutti naturalmente!).

“Sentirsi importanti fa diventare pesanti, sgraziati e vani. Un uomo di conoscenza deve essere leggero e fluido”.

In seguito ho potuto riconoscere in ciò alcuni tratti del concetto di “guerriero”, così come lo si può trovare descritto anche nei libri di Carlos Castaneda (le citazioni sono tutte tratte da questo autore).

Qui si parla dell’apprendistato di un giovane studioso di antropologia (lo stesso Castaneda) presso uno degli ultimi “sciamani” del Messico. Si tratta perciò di una storia il cui punto fondamentale è la strada verso la conoscenza, eppure ciò che il saggio insegna al suo apprendista è la via del guerriero. Gli dice:

“Un uomo va alla conoscenza come va alla guerra, vigile, con timore, con rispetto e con assoluta sicurezza. Andare alla conoscenza o andare alla guerra in qualsiasi altro modo è un errore, e chiunque lo farà vivrà per rimpiangere i propri passi.”

La via del guerriero direi che è una maniera di vivere e di osservare il mondo, forse l’unica possibile per chi vuole imparare, conoscere. È una questione di “igiene” in un certo senso. Significa, secondo me, formarsi pian piano una costituzione interiore sana, cioè armoniosa e salda, pulita.

Se cerchiamo la conoscenza, dobbiamo mettere in conto anche di trovarci di fronte a situazioni e fenomeni che non sono quelli usuali e rassicuranti, col rischio di arrestarci disorientati, rotti. Perciò occorre la struttura interiore del guerriero. Forse questo può sembrarci strano, perché quando diciamo “conoscenza” pensiamo perlopiù allo studiare tanti libri, o alla ricerca in laboratorio…ma è davvero così? 

Lo sciamano ci dice che il mondo è quello che vediamo perché abbiamo imparato a guardarlo così, a descriverlo in questo modo, a confermarcelo in questa sua familiare forma con il nostro incessante dialogo interno. Ma se vogliamo sul serio conoscere è chiaro che questi pregiudizi dovranno incrinarsi e andare in pezzi, o perlomeno dovranno essere riconosciuti nella loro relatività.

Questo per me fa parte del lato “spirituale” dell’aikido.


“Preoccupati e pensa prima di prendere qualsiasi decisione, ma una volta deciso segui la tua strada libero da preoccupazioni e pensieri; ci saranno ancora milioni di altre decisioni ad aspettarti. Questo è il comportamento da guerriero”.

 “Ormai dovresti sapere che un uomo di conoscenza vive agendo, non pensando all’agire, né pensando a quello che penserà quando avrà terminato di agire”.

 “La sicurezza del guerriero non è quella dell’uomo comune: l’uomo comune cerca la certezza negli occhi di chi guarda e la chiama sicurezza di sé; il guerriero cerca l’impeccabilità nei propri occhi e la chiama umiltà. L’uomo comune dipende dai suoi simili, mentre il guerriero dipende solo dall’infinito”.

“Un guerriero sa di essere solo un uomo. Il suo unico rimpianto è che la brevità della vita non gli consente di afferrare tutto quello che vorrebbe, ma per lui questo non è un problema, è solo un peccato”.

P.S.: In una forma meno appariscente la via del guerriero è racchiusa, secondo me, anche nei cosiddetti “6 esercizi complementari” (o fondamentali) di R. Steiner (cfr. soprattutto “La scienza occulta” e  “Lezioni per una scuola esoterica”).

— Marco (MuTokuKan Dojo)

Questo articolo ha 3 commenti.

  1. Luca

    Mi sa che prenderò l’isola del tonal, anche se non è possibile fare corrispondenze puntuali penso sia molto utile essere aperti a tutte le conoscenze delle diverse tradizioni in modo da avere una visione generale sempre più ricca. Grazie per l’ottimo consiglio di lettura. Ciao

  2. Luca

    Ho trovato davvero molto interessante questo articolo, io cerco sempre di mettere in relazione le diverse conoscenze spirituali di tutte le culture, vedere che alcuni insegnamenti convergono è davvero una cosa affascinante. In questo periodo sto studiando steiner, i sei esercizi sono: 1CONTROLLO DEL PENSIERO
    2INIZITIVA NELL’AGIRE
    3CALMA IMPERTURBABILITà
    4POSITIVITà
    5SPREGIUDICATEZA
    6EQUILIBRIO INTERIORE
    mi interesserebbe sapere come queste 6 virtù vengono espresse da Casteneda, posso chiederti in quale libro hai trovato queste affinità con Steiner? Grazie.

  3. Marco

    Se vuoi corrispondenze puntuali direi queste non ci sono. Se tuttavia puoi formarti un’immagine del tipo d’uomo che nasce dalla pratica degli esercizi complementari/fondamentali di Steiner, credo che la troverai etremamente vicina alla figura del “guerriero” di Castaneda.
    Faccio riferimento ai primi quattro libri di Castaneda (gli altri non li conosco). Se ti interessa nel quarto, “L’isola del Tonal”, trovi una specie di sunto della formazione architettata da Don Juan per Carlos. Forse si potrebbero azzardare alcuni avvicinamenti… per es. l’esercizio di compiere azioni senza motivo potrebbe somigliare all’iniziativa nell’agire, oppure la spregiudicatezza la metterei in relazione con l’idea che il guerriero non ha una storia personale; la “follia controllata” poi mi ricorda un po’ il terzo esercizio ecc. ecc. però non è questo tipo di confronto che voglio sostenere.
    Ciao!

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